BIBLIOGRAFIA

L'informale che trasmette emozioni (Catalogo 2011)

... una intuizione scientifica che diventa invenzione estetica, con una figura "in nuce" elaborata nella camera della sua mente, proprio ai limiti della "figura". La maestria e l'invenzione sono nel fantasioso dominio del colore che suggestiona. Visioni che la pittura di Vincenzo Vavuso cerca di fissare grazie ad un piacere uso del colore...

La pittura: "L'espressione di noi stessi"

La pittura: l'espressione di noi stessi" è un viaggio emozionante ed intrigante nella pittura Campana e non solo, degli ultimi due secoli. L'artista ed autore Vincenzo Vavuso, parte da un tuffo emozionato ed emozionante nelle amatissime radici dei paesaggisti d'Italia, innamorati dei nostri molteplici scenari, con descrizioni accurate e commenti non scevri. Un volume frutto d'amore e passione per l'arte, in cui l'autore scrive con fluida grazia, semplice ed essenziale, i vari movimenti artistici degli ultimi tre secoli, dividendo il tutto in sei capitoli. Vincenzo Vavuso, infatti, quando scrive non pensa a chi che legge, rendendo facile il difficile, digeribile l'indigesto. Questa è la sua profonda bellezza, rendere l'arte fruibile e comprensibile a tutti. L'autore nel suo compendio tende un aiuto agli appassionati, ai neofiti e non solo, nella lettura di un'opera d'arte, ovviamente non solo ciò che è percepibile nella visione di un quadro, ma tende a dare una profonda lettura e spiegazione "soggettiva" dell'artista nel momento del compimento artistico. Vincenzo Vavuso ci conduce per mano attraverso il mondo della nostra pittura, partendo dall'Ottocento fino a toccare il profondo file rouge del Contemporaneo e di dare una personale spiegazione dell'evoluzione artistica nell'arco dei secoli.


Il volume in argomento, consta di circa 235 pagine, di 165  illustrazioni a colori e tratta circa 60 artisti. Tra questi tanti nomi di lustro, salernitani, campani, abruzzesi, costaioli e stranieri che si recavano con frequenza sulle nostre amate coste, come i fratelli Palizzi, Carelli, Scoppetta, Morelli, Mancini, Irolli, per citarne solo alcuni e per arrivare poi agli amabili "Costaioli" come Luca Albino, Antonio Ferrigno, Luigi Paolillo, Angelo Della Mura, Gaetano Capone ecc... Nel Novecento Campano molti furono gli artisti che spiccarono per la loro maestria, come Nicolas De Corsi, Eugenio Viti, Emilio Notte, Clemente Tafuri, Giovanni Panza, Gennaro Villani ecc.. Tra questi spuntano anche nomi di artisti minori che a mio avviso, hanno dato dimostrazione a 360° della loro bravura tra pennellate materiche e corpose fino ad ottenere una pittura impalpabile, tenue e in dissolvenza, come bene ha fatto Domenico de Vanna con L'opera "Belle Epoche".


Compendio ideale non solo da leggere e studiare, ma anche da sfogliare e tenere sul comodino, facendoci così riscoprire, l'importanza visiva ed innovativa della nostra pittura. In coda excursus storico artistico, l'autore ha ritenuto opportuno inserire dei consigli pratici per gli appassionati neofiti, infatti spiega in modo preciso che cos'è l'expertise, il certificato di garanzia, come pulire un dipinto, dove ricavare le quotazioni degli artisti ed altre utili informazioni.


Il volume vanta della prefazione del Prof. Massimo Ricciardi e della Postfazione del giornalista Michele Sessa. Inoltre il volume è stato premiato con medaglia d'oro al Concorso Internazionale "Lilly Brogi" di Firenze nell'anno 2011 e alla Festa del Libro in Mediterraneo con il premio intitolato "Costa d'Amalfi libri" nell'anno 2012.

Rabbia e silenzio

Il titolo, Rabbia e silenzio, richiama esplicitamente e teorizza la mostra itinerante di cromostrutture e pittosculture già esposta in molte città italiane ed estere con notevole successo e significativi riconoscimenti della critica e del pubblico. 


Si tratta di un libro d’arte, non nel senso tradizionale della ricerca estetica del bello, ma proprio in quello letterale di un libro che in quanto tale è composto di testi scritti, ma che, in quanto opera d’arte, è anche artisticamente manipolato “a mano” in diverse delle sue pagine.


Questo volume ispirato ai dettami dell’arte concettuale e mirante ad offrire un messaggio costruttivo attraverso le provocazioni delle forme, è fondato  sulla denuncia dell’attuale degenerazione etica, culturale e sociale. Infatti, le istallazioni e non solo, sono accomunate dalla presenza di pagine di libro o di interi libri bruciacchiati, calpestati, tagliati, inghiottiti da solide ragnatele. La copertina dell’opera di Vavuso rappresenta proprio un libro ferito da bruciature e sottoposto alla pressione di un pesante scarpone, segno di una cultura calpestata e umiliata.
Il prosieguo del volume diventa ancora più interessante. Si ritrovano pagine di commento, calligrammi (forme familiari contornate da parole chiave), accenni  di poesia visiva, ma soprattutto un grido esasperato di denuncia e di malessere  che attanaglia l’intera collettività. La prefazione è stata redatta da un prestigioso critico d’arte come Angelo Calabrese.


E poi ancora, il tocco di artistica originalità di cui si parlava all’inizio. Gran parte delle pagine finali sono bruciacchiate una per una dall’autore e non presentano scrittura, ma solo le forme della devastazione, a denuncia dell’emozione profonda  che è generata dalla coscienza di questa decadenza e che a sua volta genera una rabbia sorda e senza parole ed un silenzio assordante, nel cui ventre si possa generare la necessità di una reazione costruttiva.


Il lavoro vuole stimolare uno sguardo partecipato sulla linea di demarcazione tra la luce e l’ombra, tra la salvaguardia della Cultura e della Dignità ed il loro affossamento. Non a caso le prime pagine sono caratterizzate dalla presenza di un dipinto del Vavuso, intitolata proprio Rabbia e silenzio, che esprime la compresenza delle due linee: come e se varcarle e da che parte stare, dipende da noi e dalla nostra coscienza.
Rabbia e silenzio perciò è un’opera stimolante da leggere e gradevole da contemplare, da cui ci si lascia provocare  con asprezza per costruire con dolcezza una dimensione di nuova palingenesi.

COME LAVORO D’ARTE, E' STATO PRODOTTO IN UN NUMERO LIMITATO DI COPIE, OGNUNA DELLE QUALI SARÀ NUMERATA, FIRMATA DALL’ARTISTA, MA SOPRATTUTTO UNICA, IN QUANTO OGNI VOLUME PRESENTERÀ INTERVENTI ARTISTICI E MANUALI DIFFERENTI PER OGNI VOLUME.

Il titolo, Rabbia e silenzio, richiama esplicitamente e teorizza la mostra itinerante di cromostrutture e pittosculture già esposta in molte città italiane ed estere con notevole successo e significativi riconoscimenti della critica e del pubblico.


"Rabbia e Silenzio" un'opera d'arte nell'opera d'arte. Edito da Cervino, vanta la prefazione del noto critico d'arte Angelo Calabrese. In copertina e in quarta di copertina troviamo una cromostruttura e saranno le uniche pagine ad avere un colore. All'interno Bianco e Nero in un rincorrersi di presenza/assenza, pagine perse alle vite umane, attraverso bruciature, piegature piene di punti interrogativi ed esclamativi, contrapposizioni e perdite d'identità ed elementi, ragnatele che imbastiscono territori forse non più esistenti, un pensiero svanito dedicato ad una politica, ad una cultura calpestata, afflitta, ad un nero che si affaccia sul bianco, perché in gran parte delle sue scritture c'è la parola "Luce", ed è quella che dobbiamo seguire.

(Milva Carrozza)

Pensiero svanito

Pensiero dell'artista

L’evento e le ragioni di un progetto

Nel nero più del nero di questo mondo senza pace non riesco a trovare segnali forti di valori umani. Squilibri, disuguaglianze, povertà, malessere, rapporti umani e sociali in crisi abissale… e il dolore, impotente, cresce a dismisura, si condensa ed esplode nella rabbia. Per diventare un dolore potente.

La mia rabbia si concentra nelle forme dell’Arte come aspirazione all’Armonia. Il mio desiderio di ripristinarla diventa più forte ed irrinunciabile, dove l’umana essenza è vilipesa dalla corruzione, dalla prevaricazione, dall’ignoranza arrogante e violenta.

In questa apocalittica allegria di naufragi, vorrei richiamare l’attenzione sulle emozioni celate dalle immagini, più che dalla parola.

Le mie opere, alcune prive di tela, sono caratterizzate da bruciature, squarci, lacerazioni, rotture e portano i segni della Cultura, dell’Arte, della Dignità calpestate, schiacciate, stritolate, umiliate.

Non voglio aggiungermi al coro dei comuni lamenti fini a se stessi, ma il mio grido, di delusione, di rabbia, di dolore, vuole essere un grido di amore e di speranza verso ciò che potrebbe essere e che invece è nascosto e soffocato dalla polvere della polvere.

E sogno … sperando che dal nero emerga finalmente il bianco!

Il coraggio illumina e può spingerti oltre il pensiero stesso! Sono un solitario e non voglio adeguarmi a questa società povera di sentimenti, fondata sul potere del Danaro, dell’Indifferenza, dell’Incultura.
Vado avanti comunque, perché credo in ciò che voglio e che sogno. Follia?  Non lo so. Ma certamente un’arma contro quest’orribile pochezza che mi circonda! Ho vissuto d’Arte, mi nutro del Fuoco dell’Arte e crederò nella forza del suo Sogno,
in nome della Speranza dell’Uomo, fino a quando l’ultimo barlume di luce non spegnerà i miei occhi.

L'oro della città

“La Città”, il quotidiano di Salerno, ha scelto Vincenzo Vavuso quale artista impegnato a trattare la Comunicazione ed il rapporto che un organo di informazione, di forte presenza sul territorio, deve avere in ambito cittadino, regionale, e non solo, con il vasto pubblico, diventando così la voce di chi si riconosce come erede della sua storia, dalle radici, e del progresso per il tempo della continuità.


L’artista salernitano si è dedicato ad una serie di opere significative a chiarire il senso del civis civilis e dell’orgoglio che identifica la Città con la Civiltà.


Vavuso, senza allontanarsi dalla linea di ricerca che investiga il discrimine tra natura e cultura, intensifica nell’immaginario la rappresentazione palpitante della sua rabbia, che contrasta con il silenzio dell’acquiescenza, già trattato esemplarmente nel libro d’arte “Rabbia e Silenzio”, Cervino Ed. Le opere dedicate a “La Città” sono pittosculture, sempre a tre dimensioni, da parete o da piedistallo, oltre ad esemplari di caratteristiche monumentali, in cui la comunicazione, “cum unica actione”, sollecita a diventare operativi per riconquistare dimensioni umane. L’arte è impegnata quindi a dare un volto responsabile alla globalizzazione, in cui fermentano ignoranza e superstizione fanatica. Con questa più recente rassegna dedicata a Salerno che s’infutura, l’artista, alludendo chiaramente ai drammi della nostra società, esalta l’essenza della vita, valore unico e irrinunciabile.


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S-CULTURA

...Ed eccolo Vavuso che brucia i residui, ecco che ne frammenta e ne accorcia le tracce scompigliando le pagine del libro che dovrebbe contenere un sapere ormai inutile.


E nell'esaltazione d'un sano egocentrismo in mezzo a cascami riordinati l'artista torna a manifestarsi protagonista della creazione.

Rabbia e silenzio (Catalogo 2015)


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Strutture estreme - Reperti e profezie



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SERIE

"Spider Art" è il nome della nuova serie di opere realizzate da Vincenzo Vavuso, caratterizzate da intrecci di linee materiche diffuse su un piano quasi come ragnatele, dalle maglie più o meno larghe e tali da creare delle alternanze tra zone chiare e zone scure. L’insieme, realizzato a mano con un lavoro prima di fusione e poi di cristallizzazione, non poggia su nessuna tela ed è come sospeso nel vuoto, per cui assume una dimensione visiva completa solo se appoggiato alla parete. Se invece lo si lascia nell’aria, fuori parete, ha l’effetto inquietante di un mondo pieno di vuoti e di vuoti che attendono un pieno per ora solo auspicabile, ma comunque possibile: dipende dalle nostre scelte.


La serie si ricollega, anzi è il prosieguo della precedente serie, “Rabbia e Silenzio”, mirante, attraverso pagine di libro bruciate o gualcite o calpestate, a denunciare il colpevole abbandono della Cultura e dell’Arte da parte della società e lo scontro tra energie positive ed energie negative, rappresentato a volte dalla presenza di bianco e di nero, o comunque di colori contrapposti. Infatti alcune di quelle opere erano formate appunto da ragnatele fatte a mano dall’artista Vavuso che imprigionavano pagine di libro.


La serie Spider (il termine in inglese significa appunto “ragno”) elimina la denuncia diretta in ogni opera (solo alcune presentano almeno brandelli di pagine), ma richiama la paziente tela del ragno che dovrebbe essere elaborata dai singoli e dalla collettività per far prevalere il chiaro sullo scuro e ricatturare il senso della Dignità della Cultura e dell’Arte, sia pure in una dimensione così aleatoria e così sospesa nel vuoto come quella della società attuale.

SERIE DI OPERE
"RABBIA E SILENZIO"

SERIE DI OPERE
"SPIDER ART"

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